Non si ferma la corsa di Microsoft nel cercare di smussare le armi dei suoi avversari: come ricorderete dalle precedenti vicende, l’accordo Microsoft-Activision è al momento al vaglio di diversi enti antitrust e di regolamentazione, che hanno sollevato alcune perplessità sul possibile monopolio post-fusione.
Una delle argomentazioni più utilizzate, specialmente dalla rivale Sony, è che in seguito all’acquisizione Microsoft avrebbe un catalogo impressionante di potenziali esclusive per le sue piattaforme, specialmente il franchise di Call of Duty, che spesso ha trovato la sua casa primaria su PlayStation.
Proprio per “smorzare” questo problema, Microsoft ha firmato nelle ultime settimane degli accordi di non esclusività (comprese le IP di CoD e giochi Blizzard) con diverse piattaforme, fra cui:
- Nintendo
- Nvidia
- Boosteroid (Ucraina)
- Ubitos (Taiwan/Giappone)
Le ultime due piattaforme non sono certamente note o di grande impatto, ma è evidente che siano dei pezzi che Microsoft ha messo sulla scacchiera per dimostrare la proprio buona volontà nel non precludere i propri titoli, anche con partner estremamente limitati.
E non solo: se ben ricordate, Gabe Newell aveva già dichiarato qualche mese fa che un accordo firmato fra Steam e Microsoft riguardo la non-esclusività di non era necessario. Di fatto, Sony rimane l’ultimo attore veramente importante ed impattante a non aver firmato l’accordo, sebbene fosse stato offerto.
Non rimane che attendere i vari pareri della commissione EU, della FTC americana e dell’agenzia inglese per scoprire il destino dell’accordo e le eventuali correzioni richieste a Microsoft.