Nella notte si è scatenato l’ennesimo polverone in Blizzard Entertainment, questa volta a causa del licenziamento di Brian Birmingham, Technical Lead di WoW Classic e storico dipendente con oltre 20 anni di carriera. A riportare l’accaduto è stato Jason Schreier su Bloomberg, successivamente poi confermato da Birmingham stesso.
La vicenda nasce da un sistema di valutazione dei dipendenti, chiamato “stack ranking system“, introdotto nell’azienda nel 2021. Questo sistema di valutazione prevede di assegnare punteggi ai dipendenti per poi classificarli, lasciandone però sempre una certa percentuale in una categoria chiamata “developing” (lavoro non completamente soddisfacente) invece che “successful” (promozione piena).
Sistema che presenta ovviamente delle storture abbastanza palesi: favorisce la competizione fra dipendenti invece della collaborazione, costringe a portare solamente risultati strettamente riconoscibili dall’azienda e rimuove l’iniziativa personale. Come ciliegina sulla torta, i dipendenti classificati come “developing” hanno meno bonus annuali, benefit aziendali e meno prospettive di carriera.
Un sistema già adottato da multinazionali di alcuni settori, ma non adeguato a quello videoludico dove collaborazione, creatività e iniziativa personale la fanno da padrona. E questo è stato il ragionamento di Birmingham, condiviso da altri manager in Blizzard, che in una email inviata internamente all’azienda ha denunciato questo sistema dopo che è stato costretto a valutare come developing un dipendente invece più che meritevole.
Quando i team leaders chiesero perché dovessero utilizzare un sistema del genere, i direttori di WoW spiegarono che anche loro avevano perplessità e non erano convinti, ma le motivazioni date dai dirigenti esecutivi furono che era importante spronare i dipendenti meno produttivi per continuarne la crescita. […] Se questa policy può essere eliminata, allora la Blizzard che conosco può essere ancora salvata e potrò continuare a lavorare qui. Se invece non sarà possibile, allora la Blizzard Entertainment per cui voglio lavorare non esiste più e dovrò trovare un’altra occupazione.
Dopo questa mail, Birmingham ha minacciato dimissioni senza però presentarle ufficialmente all’ufficio personale, che ha preso invece la palla al balzo per licenziarlo.
Successivamente alla pubblicazione dell’articolo di Bloomberg, Birmingham ha scritto una lunga serie di tweet per spiegare più approfonditamente la situazione e aggiungere ulteriori dettagli. Inoltre, a differenza di quanto si potesse pensare, Birmingham non è la fonte diretta dell’articolo di Schreier.
Oltre a fare un lungo ragionamento sulle responsabilità e doveri di manager e team leader, Birmingham ha precisato che sebbene lo stack ranking system fosse stato introdotto nel 2021, solo recentemente ne è stato reso obbligatorio l’utilizzo. Inoltre, questo sistema è stato imposto direttamente dai piani alti di Activision-Blizzard, ben oltre il livello del presidente Blizzard Mike Ybarra, che insieme agli altri dirigenti è stato costretto ad abbozzare dopo un periodo di contrattazione.
La situazione ottiene dei tratti tragicomici quando si viene a sapere che lo stesso sistema è largamente riconosciuto come una delle cause degli anni più bui di Microsoft, tanto che il colosso l’abbandonò dopo un periodo di revisione. Se l’acquisizione andasse a buon fine, probabilmente lo stack ranking system finirebbe velocemente nel cestino.
Ancora una volta è deprimente vedere Blizzard salire alla ribalta delle cronache per politiche interne più che discutibili e la devastazione provocata dalla dirigenza dei piani più alti di Activision-Blizzard. Rimane da vedere se la denuncia di Birmingham avrà un qualche effetto e speriamo che il suo licenziamento sia solo una spiacevole parentesi in una carriera altrimenti gloriosa.
Signore indiscusso della redazione, MasterRedz ha spadroneggiato in BattleCraft dopo aver sterminato i suoi rivali a furia di dirette BlizzCon e articoli. Ora ha puntato gli occhi sulla conquista di DailyQuest e nessun redattore sarà al sicuro!