Nelle comunità dei giochi di carte collezionabili circola spesso una credenza che viene data per scontata: tutte le carte dovrebbero essere ugualmente utili per scalare la classificata. Chi conosce veramente i giochi di carte però sa che pensarla in questo modo non è solo sbagliato, ma anche potenzialmente dannoso.
Gli autori di Magic: The Gathering, il gioco di carte collezionabili più influente di tutti i tempi, si accorsero subito che la “fauna” degli appassionati è ampia ed eterogenea e si mossero per capitalizzarla: idearono delle categorie a cui rivolgersi per meglio dirigere lo sviluppo del gioco, dandogli nomi di persone.
Prendendo come riferimento le storiche parole di Mark Rosewater scopriamo quali sono gli archetipi di giocatori più comuni e quali sono le loro carte preferite, con esempi collegati ad Hearthstone. Nel testo sono presenti anche le versioni “al femminile”, presi dal blog di Rosewater.
Timmy
Il giocatore che ha conservato di più il suo fanciullino interiore. Timmy (o Tammy se è una ragazza) abbraccia il lato RNG di Hearthstone e adora utilizzare carte “grosse” con effetti impressionanti, ad esempio Rompicapo di Yogg-Saron o Domasauri Brann
, ma anche carte che gli consentono di vivere esperienze diverse in ogni partita, come Trasmogrificatrice
o il mai troppo osannato Frizzabombe il Magnifico
.
Timmy è, in fin dei conti, un giocherellone che adora stare in compagnia: anche se in dieci partite contro gli amici ne vince solo una, ma in maniera memorabile e pazzesca, allora sarà felice per il resto della giornata. Durante la card review di una nuova espansione Timmy è colui che fa gli errori più grossolani, ma è forse l’unico che riesce ancora a provare hype in maniera genuina.

Johnny
Johnny (o Jenny se è una ragazza) considera il deckbuilding come mezzo di espressione personale e per questo è il pioniere dei nuovi mazzi. Le carte da fantacombo come Kael'thas Solealto, che appaiono inutili a prima vista come Ascia Duplicatrice
o difficili da far fruttare come Lumenero
sono un richiamo irresistibile.
Per Johnny è più importante vincere che partecipare, ma vuole farlo con il suo stile, facendo esclamare all’avversario “si può usare QUELLA carta in QUEL modo?!”. Tipicamente questo giocatore è il più lungimirante quando si fa la card review di una nuova espansione, con il rischio però di scorgere delle potenzialità che non si realizzeranno mai.

Spike
Spike (un nome unisex secondo Mark Rosewater) è il giocatore competitivo. Ludicamente parlando, fa di tutto: studia le statistiche sui mazzi più forti, pratica frequentemente il netdecking e partecipa ai migliori tornei possibili. Quali sono le sue carte preferite? Quelle che lo fanno vincere, naturalmente.
L’adrenalina della vittoria è il motore trainante per tutti gli Spike, ma anche dimostrare di essere il più abile risulta vitale per questa categoria di giocatori; ne consegue quindi che Timmy sia la sua antitesi perfetta. In una nuova card review, Spike tende a dare i voti mediamente più bassi, perché l’unico aspetto che considera è la validità competitiva.

A cosa serve tutto questo?
Esistono altre categorie e sotto-categorie per descrivere i giocatori di carte, per non parlare degli ibridi. I primi tre però sono stati fondamentali per la genesi dei giochi di carte collezionabili per come li conosciamo oggi. Nel corso dei decenni i creatori di giochi di carte hanno notato come non ci si possa dedicare totalmente ad una categoria sola, pena il fallimento.
Ne consegue che per assicurare la sopravvivenza del gioco, è necessario che in ogni nuovo set ci siano carte che interessino ad una grande varietà di giocatori. Perciò se vi capita di disprezzate alcune delle carte che non sono state create con voi in mente, provate a vederle come un “male necessario”.
Appassionato di mondi Blizzard da quando mise le mani su Warcraft III nel 2003. Nel 2014 è approdato nella Locanda di Hearthstone e nel 2015 nella redazione di BattleCraft.
Invece che arrivare a Leggenda o a 10.000 MMR, preferisce passare il suo tempo a chiacchierare con Bob e Harth Maltoforte.