“Io non rendo conto… a NESSUNO!”
Garrosh Malogrido a Taran Zhu
Ultimo Capoguerra orchesco, Garrosh Malogrido è stato uno tra i più importanti personaggi di tutta la lore di World of Warcraft: dal suo incontro con Thrall fino alla sua morte, Garrosh ha segnato il destino sia dell’Orda che dell’Alleanza, a causa del suo temperamento irascibile e sprezzante. Ma qual è la sua storia? Oggi cominciamo a scoprirla insieme nella prima parte dell’approfondimento a lui dedicato.
Le Origini
Nato su Draenor dal leggendario Grommash Malogrido, Garrosh visse i suoi primi anni di vita all’ombra del nome di suo padre. Oltretutto era anche afflitto da una malattia chiamata Piaga Rossa, che lo costrinse ad una quarantena forzata nel villaggio isolato di Nagrand, Garadar. Data l’alta mortalità e contagiosità del male, non poté partecipare a nessuna delle spedizioni dell’Orda su Azeroth.
Un episodio in particolare legato all’Orda lo segnò profondamente: dopo la Prima Guerra, il capoclan dei Manomozza Kargath Manotagliente tornò su Draenor per reclutare nuovi soldati e passò anche da Garadar. Garrosh colse l’occasione per chiedere di suo padre e per unirsi all’esercito, ma Manotagliente respinse le richieste del giovane Malogrido e insultò sia lui che tutti gli altri orchi lì presenti, paragonandoli a sprechi d’ossigeno che avrebbero fatto meglio a morire.
Mentre gli orchi di Nagrand cominciavano a guarire, essi non mostrarono segni di corruzione della Vil Magia, forse perché ne erano rimasti alla larga o forse perché la Piaga Rossa aveva migliorato la loro difesa immunitaria. Prendendo questo segno come motivo d’orgoglio, i sopravvissuti si soprannominarono Mag’har, “non corrotti” nella lingua orchesca. Anche Garrosh guarì dalla malattia e ne approfittò per interrogare Geyah, matrona del villaggio. Ma ciò che scoprì lo avrebbe cambiato per sempre.
Geyah raccontò al giovane Garrosh di come suo padre avesse bevuto per primo il sangue del generale della Legione Infuocata Mannoroth, offrendosi volontario, condannando la propria razza a essere schiava dei demoni, venendo perennemente afflitti dalla maledizione della Sete di Sangue. Questa notizia mandò Garrosh in una spirale di depressione che sarebbe durata anni. Decise di riscattare il proprio nome e si impegnò anima e corpo, scalando in breve tempo i ranghi dell’esercito Mag’har, fino a divenire il braccio destro di Geyah.

La sua depressione lo colpì nuovamente dopo qualche anno, quando le condizioni di salute già precarie della matrona si aggravarono ulteriormente. Garrosh sapeva che, nel caso la matrona fosse morta, sarebbe stato lui a prendere il suo posto come guida dei Mag’har e il timore di ripetere gli errori di suo padre iniziò ad affliggerlo ogni giorno di più. A sorpresa di tutti, il Portale Oscuro si riaprì e l’Orda tornò a casa dopo decenni. Il giovane Capoguerra Thrall fece visita al villaggio di Garadar e chiese espressamente di lui.
Il Capoguerra gli raccontò del profondo legame che aveva con suo padre, ma Garrosh continuò a rinnegarne la memoria. Determinato a fargli conoscere la verità, Thrall gli mostrò una visione, nella quale Grommash aveva ucciso Mannoroth, liberando la propria razza dalla schiavitù alla quale l’aveva condannata, morendo da leggenda. La vergogna per il suo nome cessò immediatamente, ritrovando il proprio orgoglio, e giurò al Capoguerra che mai avrebbe deluso l’Orda e la sua razza.
Tra i ranghi dell’Orda e la Campagna di Nordania
Terminata la campagna sulle Terre Esterne, Thrall portò con sè il giovane Malogrido, colpito dalla sua abilità in battaglia e dal suo genio tattico, nominandolo suo consigliere. Giunto ad Orgrimmar, gli parlò delle guerre passate contro l’Alleanza, in particolar modo degli umani e di come avessero lottato strenuamente per scappare dai loro campi di prigionia in tempi recenti. Fu in questo periodo che Garrosh iniziò a provare un odio viscerale per gli umani.
Con il ritorno di Re Varian a Roccavento, Alleanza e Orda indirono un incontro a Theramore, in territorio neutrale, per discutere i termini di una possibile pace tra le due fazioni. Thrall decise di portare Garrosh con sé, in modo da mostrargli come gli umani fossero una razza ragionevole. L’incontro si svolse in tranquillità per la maggior parte del tempo, ma l’arrivo del Martello del Crepuscolo mandò in fumo quanto fatto fino a quel momento. L’assassina Garona Mezzorco fu avvistata tra i ranghi dei cultisti da Re Varian, che accusò l’Orda di averla ingaggiata per ucciderlo, così come Gul’dan le aveva ordinato in precedenza di uccidere suo padre. Garrosh mosse la stessa accusa nei confronti di Varian, che avrebbe reclutato Garona per uccidere lui e Thrall, destabilizzando così l’Orda. L’incontro si concluse con un nulla di fatto e l’astio tra Orda e Alleanza aumentò come mai prima di allora.

A causa del nuovo pericolo rappresentato dal Flagello, il Capoguerra indì una riunione a Orgrimmar, alla quale parteciparono Varok Faucisaure, Rehgar Terrafuriosa, il Gran Speziale Putress, Sylvanas Ventolesto e lo stesso Garrosh. Quest’ultimo accusava Thrall di aver fatto poco o niente per respingere la minaccia e propose di condurre un’offensiva a Nordania, per strappare quell’immenso territorio al Flagello.
Thrall fu infastidito dalla scelleratezza di Garrosh e gli rispose che non avrebbe condotto un attacco al Re dei Lich incautamente, andando incontro a morte certa. Poi lo provocò, dicendogli che continuando su quella strada avrebbe commesso gli stessi errori del padre, in modo tale che Garrosh lo sfidasse a duello. I due combatterono ferocemente, ma furono interrotti dall’invasione del Flagello ad Orgrimmar. Respinta la minaccia, Garrosh propose nuovamente di invadere Nordania e stavolta Thrall accettò il piano del suo consigliere.
Thrall nominò Garrosh Comandante Supremo dell’Offensiva dei Cantaguerra e gli affidò un aiutante, il veterano Varok Faucisaure. Egli stabilì la propria base nella regione nota come Tundra Boreale, dalla quale avrebbe condotto l’invasione. In quel frangente, il giovane Malogrido mostrò un comando scellerato delle proprie truppe e fu più volte ripreso da Faucisaure, costretto a seguire i suoi consigli, nonostante non fosse d’accordo. Mantenendo comunque un comportamento onorevole, Garrosh sfruttava ogni occasione possibile per sfidare l’Alleanza in campo aperto, determinato nel mettere alla prova le abilità tattiche degli umani, guidando anche le forze dell’Orda durante le varie campagne contro il Re dei Lich, in particolare in occasione dell’assalto alla Rocca della Corona di Ghiaccio.

La nomina a Capoguerra
Sconfitto il Re dei Lich, Garrosh e i suoi soldati rientrarono a Orgrimmar e vennero accolti da eroi. Thrall indì una celebrazione e Garrosh ricevette in dono Urloatroce, la leggendaria ascia brandita in battaglia da suo padre. In quel periodo, però, l’Orda stava attraversando un brutto momento: le Forze Elementali iniziarono a colpire la nazione di Durotar, riducendo notevolmente le risorse a disposizione e, causa dell’astio tra Orda ed Elfi della Notte, la città di Orgrimmar rischiava di subire una notevole carestia. Come atto finale, Orgrimmar venne data alle fiamme dagli elementali del fuoco, venendo distrutta per buona parte. Impossibilitato a far ragionare le Forze Elementali, Thrall decise di intraprendere un viaggio verso Nagrand, in modo da interrogare le Furie Elementali e trovare un modo per risolvere la situazione.
Tutto questo però non avrebbe potuto farlo con il titolo di Capoguerra, pertanto decise di nominare un suo successore temporaneo. Essendo morto Dranosh Faucisaure, Thrall optò per Garrosh. Egli venne convocato al Mastio Grommash e venne nominato Capoguerra. Inizialmente rifiutò la carica, poiché riteneva che il suo posto fosse sul campo di battaglia e non in politica, ma Thrall riuscì a convincerlo, assicurandogli che i suoi consiglieri lo avrebbero aiutato nelle scelte più ardue.

Divenuto la massima autorità, Malogrido cominciò la ricostruzione di Orgrimmar e, prendendo spunto dalla sua roccaforte a Nordania, fece costruire un vero e proprio bastione orchesco, con edifici rinforzati da placche metalliche. Ma il problema della carestia era ancora presente. Hamuul Totem Runico, Arcidruido di Picco del Tuono, organizzò un incontro con gli Elfi della Notte alle spalle del nuovo Capoguerra, ma la riunione venne sabotata da alcuni agenti del Clan Martello del Crepuscolo camuffati da membri dell’Orda, che massacrarono tutti tranne Hamuul. L’Arcidruido ritenne che questa carneficina fosse opera di Garrosh e informò Cairne Zoccolo Sanguinario.
Egli accusò il Capoguerra di aver organizzato l’attacco e ruppe definitivamente i rapporti di alleanza, ritenendolo indegno di guidare l’Orda. Ritenendo che rimuoverlo dalla carica fosse la scelta migliore, Cairne sfidò Garrosh ad un Mak’gora non letale per il titolo di Capoguerra, ma l’orco alzò la posta in gioco, facendolo divenire un Mak’gora all’ultimo sangue, così come prevedevano le antiche tradizioni orchesche. Entrambi i guerrieri fecero benedire le proprie armi. Lo scontro si svolse nell’Arena di Orgrimmar e Garrosh e Cairne combatterono alla pari per tutto lo scontro, ma alla fine il Capoguerra ne uscì vincitore. Solo in seguito si venne a sapere che la sua arma era stata infusa con un potente veleno ad opera di Magatha Totem Truce, il capo dell’unico clan di Tauren che non aveva giurato fedeltà all’Orda, che aveva fatto in modo di rendere Garrosh strumento del suo omicidio.
Eliminato il suo acerrimo nemico, Magatha colse l’occasione per invadere Picco del Tuono, con l’obiettivo di uccidere Baine Zoccolo Sanguinario, unico erede di Cairne. A causa della strenua resistenza, Magatha fu costretta a fare richiesta di aiuto al Capoguerra, così da avere la meglio, ma Garrosh, pieno d’ira per essere stato usato come strumento, rifiutò seccamente la richiesta, esprimendo con una missiva tutto il suo disprezzo per lei. Dopo una sanguinosa battaglia, Baine riuscì a respingere l’invasione dei Totem Truce e si riappacificò con Garrosh, riconoscendo Magatha come vera responsabile per la morte di suo padre.
Le Campagne di Guerra di Garrosh
In seguito al Cataclisma provocato dal risveglio di Alamorte, Garrosh iniziò la sua campagna di conquista dei territori dell’Alleanza, in modo da espandere i propri domini e far fronte alla crescente richiesta di risorse. Grazie al suo operato, annullò di fatto la minaccia di carestia che incombeva su Durotar e i suoi abitanti prima della sua nomina. La sua marcia di conquista nelle foreste di Valtetra fu ben recepita da moltissimi orchi, che ritenevano il suo modo di agire fedele alle tradizioni orchesche, mentre le altre razze non la vedevano allo stesso modo.
Proprio per questo motivo, Garrosh iniziò a centralizzare la difesa di Orgrimmar a soli orchi, relegando alle altre razze compiti minori o insignificanti. Così come accadde con Cairne tempo prima, Malogrido si scontrò con Vol’jin, Capotribù dei Lanciascura, che arrivò a minacciarlo di morte per il suo essere guerrafondaio. Come conseguenza, i Lanciascura lasciarono in massa Orgrimmar e si sistemarono nelle Isole dell’Eco. L’esercito dell’Orda non pareva più unito e minaccioso come un tempo.
Un’altra razza mal vista dal Capoguerra era quella dei Reietti, non-morti abitanti delle terre di Lordaeron, un tempo appartenute all’Alleanza. La necessità di creare uno scalo portuale nei Regni Orientali spinse Garrosh ad invadere il regno umano di Gilneas, rimasto isolato dalla Seconda Guerra. Per portare avanti l’invasione, incaricò Sylvanas Ventolesto, capo dei Reietti. La resistenza dei Gilneani si dimostrò ferrea, al punto che Garrosh fu costretto a schierare i Kor’kron in aiuto alle forze non-morte, raggiungendo così una situazione di stallo.
Come possibile metodo per sbloccare le sorti della battaglia, Sylvanas si incontrò con il Capoguerra nelle foreste della Selva Pinargento, dove mostrò le abilità necromantiche delle sue Val’kyr. Disgustato da tale metodo di fare guerra, Garrosh mise a guardia della Regina Banshee un suo sottoposto fidato, il Gran Signore della Guerra Cromush. Bandì inoltre l’uso della Piaga dei Reietti, ritenuta scorretta, ma concesse l’uso di una sua versione più blanda.
Nonostante il suo comportamento con le altre razze, accolse comunque i goblin del Cartello degli Acqualorda, una compagnia commerciale guidata dal Principe del Commercio Gallywix scampata alla distruzione dell’isola di Kezan, loro ex quartier generale.
Il Supremo Krom’gar, un generale dell’Orda senza scrupoli, invase le Vette di Petrartiglio per conto del suo Capoguerra, con l’intento di scacciare l’Alleanza da Kalimdor, con qualunque mezzo necessario. Per eliminare un quantitativo considerevole di truppe, commissionò la costruzione di un ordigno dalle dimensioni notevoli e lo fece sganciare sul Boschetto di Thal’darah, ritenuto luogo nel quale i druidi offrivano rifugio a delle truppe dell’Alleanza. Venuto a sapere di questo atto meschino, Garrosh confrontò di persona Krom’gar, condannandolo per il suo folle gesto: prese Krom’gar per il collo e lo lanciò giù da un dirupo, congedandolo dal suo incarico.

Proseguendo nel suo piano di conquista, guidò personalmente l’assalto alle Alture del Crepuscolo con una imponente flotta aerea, con l’intendo di conquistare quella regione ricca di risorse, strappandola alle mani del Clan Martello del Crepuscolo. Ma anche l’Alleanza ebbe la stessa idea e Garrosh decise di eliminare la concorrenza. A causa dell’intervento di Alamorte e alcuni draghi del crepuscolo, la sua nave subì pesanti danni e precipitò in mare: il Capoguerra fu dato per disperso.
Senza la sua guida, le truppe dell’Orda chiesero aiuto al Clan Fauci di Drago, ma fallirono i negoziati a causa del loro Capoclan, il Supremo Mor’ghor, restio ad allearsi con altri. Dall’interno del clan si sviluppò un forte dissenso per la guida scellerata di Mor’ghor. A capo di questo sentimento vi era Zaela, una giovane orchessa guerriera, che riteneva che il Capoclan e i suoi vilorchi avrebbero distrutto il clan. Ella offrì la sua fedeltà all’Orda, nel caso in cui l’avessero aiutata a detronizzare il Capoclan. Dopo una sanguinosa battaglia, Zaela uccise Mor’ghor, e Garrosh, sopravvissuto allo schianto, si presentò personalmente al Porto delle Fauci di Drago. Zaela venne nominata Capoclan delle Fauci di Drago ed il suo clan venne accolto tra le file dell’Orda.
A seguito della sconfitta di Alamorte, Garrosh riprese la sua campagna di conquista con più vigore. Come primo passo, decise di parlamentare con il Clan Roccianera, offrendo amnistia a tutti coloro che avrebbero scelto di giurare fedeltà all’Orda. In particolare, lo colpì uno spietato guerriero, Malkorok, così valido e capace che venne nominato sua guardia personale. Grazie all’afflusso di nuovi soldati e mezzi militari, il Capoguerra fu in grado di formare un blocco navale attorno all’intero continente di Kalimdor, dando un enorme vantaggio marittimo all’Orda.
Inoltre, questo suo potere militare gli garantì un maggior controllo sui suoi alleati dissidenti, come Baine e Vol’jin, tenendoli come ostaggi nei loro stessi territori. Il suo obiettivo restava quello di conquistare completamente Kalimdor per il bene dell’Orda. Per destabilizzare il controllo che l’Alleanza aveva nel continente, Garrosh prese di mira un territorio molto importante: Theramore.
Come attaccherà Garrosh l’isola di Theramore? Quali conseguenze nasceranno dalle sue azioni? Non perdetevi la seconda parte della storia di Garrosh Malogrido!
Amante di titoli Blizzard dal lontano 1997, anno nel quale ha giocato a Diablo su PS1. La sua vera passione nasce con Warcraft II, nel quale si innamora perdutamente della razza orchesca (da cui ha origine il suo nickname). Giocatore di World of Warcraft dal 2007.