Quello di questo mese sarà un episodio decisamente atipico dei Dischi di Norgannon. Abbiamo deciso di non parlarvi della storia di un personaggio o di un luogo come facciamo di solito, ma del legame di due personaggi del mondo di Azeroth e di come esso viene trattato in un flusso di coscienza o una discussione, piuttosto che in un “resoconto storico”. Il rapporto di cui stiamo per parlare è quello tra Turalyon e Alleria Ventolesto, due persone travestite da supereroi.
Proprio quest’ultima frase che ho scritto, è quella che ritengo essere il centro di questo rapporto e per parlarne desidero farlo attraverso l’ultima uscita che li riguarda, ovvero il racconto breve fatto uscire da Blizzard, “A Whisper of Warning“, che forse è ciò che meglio rappresenta il titolo che ho scelto per quest’episodio. Il primo racconto di quella che sarà la raccolta di The Voices Within ci mostra infatti i due grandi eroi dell’Alleanza sotto una luce di cui forse tanti altri personaggi di World of Warcraft avrebbero bisogno di essere mostrati.
In quelle righe, e chi ha letto il racconto se ne sarà certamente accorto, dell’eroe Turalyon e dell’eroina Alleria non c’è niente. Assolutamente nulla. L’umano ed in misura molto molto maggiore l’elfa, vengono mostrati per quello che sono: persone. Ed è proprio questo il punto centrale di tutto il rapporto di questi due personaggi, il che, se ci pensate, è parecchio paradossale.
Il mondo di Warcraft è pieno di coppie, delle più variegate, che tutti bene o male conosciamo: da quella che è forse la più famosa composta da Arthas e Jaina, passando per Thrall e Aggra e finendo con Tyrande e Malfurion, con in mezzo altre cinque o sei. Eppure, nessuna di queste coppie è rappresentata con l’umanità di Turalyon e Alleria. Una coppia nata tra la Seconda Guerra e la spedizione a Draenor, tra due membri di razze diverse, eppure molto più vicina a noi di quanto lo siano le altre. Ma proviamo ad andare ora più nel dettaglio.
Se vogliamo, da un certo punto di vista, quella composta da Turalyon e Alleria potrebbe essere vista come una coppia che è sempre stata fondata sul dovere, due personalità fortemente legate alla missione. E se ci pensate, fino ad oggi entrambi hanno sempre condiviso lo stesso obiettivo (gli Orchi nella Seconda Guerra, e poi la Legione) in uno scenario che avrebbe potuto mettere in secondo piano il loro rapporto anche all’interno della coppia stessa, ma ora? Adesso Turalyon e Alleria non condividono più la stessa missione con il paladino alla guida dell’Alleanza e la maggiore delle Ventolesto impegnata contro Xal’atath. Un’occasione per allontanarli penserete voi. E invece no.
Proprio come ci mostra “A Whisper of Warning” sia per Turalyon che per Alleria il rapporto reciproco è ancora centrale nelle loro vite, a maggior ragione con il figlio Arator diventato ormai adulto. Questo racconto riesce perfettamente a far emergere tutta quell’umanità di cui parlavamo prima. Immaginate vedere il vostro partner molto poco, e quando lo vedete, non lo potete nemmeno toccare, perché causerebbe un immenso dolore ad entrambi. Sarebbe terribile, no? Perché ricordiamo che questo è quello che vivono Turalyon e Alleria da quando il primo è diventato praticamente un luceforgiato e la seconda è stata toccata dal Vuoto (con l’aggravante di avere costantemente le voci nella testa).
Eppure in quelle righe ciò che per tutti sarebbe un incubo viene messo in secondo piano, soverchiato dal rapporto di due (o meglio tre) persone e dall’amore che li lega. Perché Turalyon e Alleria continuano ad amarsi, nonostante tutto, nonostante ostacoli che per la stragrande maggioranza sarebbero insormontabili, che sono consapevoli (soprattutto lato Alleria), che saranno un elemento cruciale di ciò che sta per arrivare su Azeroth. Perché si, ragazzi, il triangolo familiare Turalyon-Alleria-Arator sarà assolutamente centrale in The War Within e probabilmente ancor più in Midnight, con una singola incrinatura in questo rapporto che potrebbe portare (e secondo me porterà) ad una invasione del Vuoto (o della Luce?) su Azeroth. Eppure, nonostante tutto questo, questi personaggi sono legati: dalla preoccupazione di cosa prova l’altro e dalla voglia di uscire da quella missione perenne per stare finalmente un po’ insieme senza avere mondi da salvare. Riusciamo a vedere un Turalyon impacciato con il figlio, che non riesce ad uscire dal suo ruolo militare, ma che nonostante tutto prova ad uscirne. E poi vediamo Alleria, in una scena che ritengo personalmente bellissima, in cui si toglie armi ed armatura per fare un giro con il figlio per le strade di Lunargenta in abiti quanto più civili possibili, spogliandosi simbolicamente dalle vesti della supereroina salva mondi per essere quello che è, una madre, che come tutte le madri si preoccupa per il figlio e rimpiange di non averlo potuto veder crescere. Cosa può esserci di più umano di questo? Quanto è distante dal Grand Esarca Turalyon e dalla leggendaria ex Generale dei Guardaboschi Alleria Ventolesto che conosciamo noi? Quanto è distante da Tyrande e Malfurion che sono sempre, sempre, sempre stati con quell’aura di divinità addosso e con questo aspetto che sta venendo un po’ smussato solo negli ultimi, recentissimi tempi? Una cosa che li fa percepire come personaggi distanti, piatti, con cui è difficile empatizzare.
Tutto il contrario appunto di Turalyon e Alleria, che fateci caso, sono sempre stati raccontati allo stesso modo, come in “A Whisper of Warning”, nei fumetti di Legion o nell’audio-racconto Mille Anni di Guerra.
È questo ciò che vorrei per i personaggi di Warcraft. Più Turalyon e Alleria. Più persone travestite da supereroi.
Visitate le pagine di Lore is Magic per tutto ciò che riguarda la storia di Warcraft!
- Sito web
- YouTube
- Telegram
- Podcast: WoWCast – Storia di Azeroth
- Per tutti gli altri contenuti
In caso vi foste persi l’ultimo volume di questa rubrica: