World of Warcraft

Dragonflight: l’inizio di un nuovo World of Warcraft?

dragonflight

Questo articolo contiene riflessioni che appartengono all’autore, alla Redazione di DailyQuest e ai suoi collaboratori. Quanto espresso di seguito sono semplici opinioni personali e come tali possono o meno essere condivise. Essendo questa analisi frutto delle opinioni di persone diverse, potrebbero esserci punti di vista differenti che contrastano tra di loro. Inoltre potrebbero mancare valutazioni su alcune componenti del gioco, questo perché non ci sentiamo di valutare aspetti che non abbiamo giocato e di cui non abbiamo conoscenza. Ringraziamo MikaLore is Magic per averci fornito anche la loro opinione, contribuendo alla stesura di questo articolo.

La pre-patch di The War Within è ormai giocabile e con essa anche l’evento a tempo e mancano ormai poche settimane. Dragonflight, la nona espansione di World of Warcraft arriverà presto a conclusione. È giunto il momento di fare il consueto un bilancio complessivo come già accaduto per Battle for Azeroth e Shadowlands.

Nel corso di questa riflessione andremo a esaminare alcuni aspetti del gameplay di Dragonflight, dando una valutazione secondo la nostra esperienza di giocatori. La nostra analisi si dividerà in diversi punti:

  • World experience (Levelling, Missioni Mondiali, Eventi nel mondo, etc)
  • Itemizzazione (Loot, Equipaggiamento e difficoltà di ottenimento etc)
  • Peculiarità dell’espansione (Nuova razza/Classe, il Volo Draconico e il Nuovo albero dei Talenti, etc)
  • End game (Incursioni, Mitiche+, Stagioni PvE & PvP, etc)
  • Altro (ambientazione, lore, bilanciamento, contenuto delle patch, mascotte etc)
  • Conclusione (valutazione complessiva e voto finale)

World Experience

Dragonflight ha sicuramente colpito nel segno per quanto riguarda le nuove zone: le interazioni tra i personaggi e tante piccole chicche danno all’espansione un avvio promettente e coinvolgente per i giocatori. Inizialmente gli eventi delle varie zone (Assalto al Forte del Flagello dei Draghi, Grande Caccia dei Centauri, Banchetto della Comunità, etc) hanno contribuito molto alla varietà di cose da fare, non limitando i compiti giornalieri alle sole Missioni Mondiali. Purtroppo questa fase emozionale è durata poco, e come sempre le Missioni Mondiali sono diventate via via sempre meno utili e con esse anche gli eventi.

La situazione non ha fatto altro che peggiorare con il susseguirsi delle varie patch e l’aggiunta di nuovi eventi (Tempeste dei Primalisti, Ricercatori sotto attacco, Fenditure nel Tempo, Sovraonirico, Superfioritura e Grande Scavo) dato che la quantità non sempre è ciò di cui si ha bisogno. Questi eventi si sono rivelati un banale copia e incolla, tutti uguali per meccanica con solo una narrazione diversa e un diverso tipo di nemici da eliminare. Se a questo si aggiunge l’ormai classica meccanica per cui il gioco ti forza a fare questi eventi, l’impressione complessiva non ne beneficia.

Il riutilizzare questi eventi per la Stagione 4 rendendoli di nuovo appetibili per equipaggiarsi, sebbene sensata come idea, non ha fatto altro che acuire l’insofferenza verso di essi. Ciononostante, l’esperienza nelle Isole dei Draghi è complessivamente la miglior esperienza nel mondo aperto che World of Warcraft abbia mai offerto finora.

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Itemizzazione

L’itemizzazione è sempre qualcosa di complicato da gestire e bilanciare, ma Dragonflight complessivamente ha colto nel segno nonostante alcune criticità non risolte che anzi vengono ripetute da anni.

Il primo, evidente problema sono gli equipaggiamenti Molto Rari o Estremamente Rari ottenibili nelle Incursioni e nella Spedizione Alba degli infiniti. Se l’dea di avere oggetti unici, molto potenti è interessante, di sicuro non è interessante il metodo di ottenimento. La semplice fortuna, casualità, o in termini videoludici RNG, resta un pessimo modo di far ottenere equipaggiamento ai giocatori. Soprattutto quando questi equipaggiamenti sono spesso il meglio del meglio.

Discorso identico può essere fatto per i due Leggendari, Nasz’uro, il Retaggio Indomabile e Fyr’alath, la Squarciasogni. Ottenimento basato solamente sull’RNG e tanti, troppi materiali molto costosi da recuperare. Infine, piccola nota a margine, permane il divario enorme della quantità di equipaggiamento ottenibile da chi fa esclusivamente o prevalentemente Mitiche+ rispetto a chi affronta esclusivamente le incursioni.

Fortunatamente ci sono anche moltissimi aspetti positivi: in primis i diversi sistemi di bad luck protection che vanno a influenzare la casualità con cui alcuni oggetti possono essere ottenuti.

Sicuramente promosso a pieni voti il nuovo sistema di potenziamento dell’equipaggiamento introdotto con la patch 10.1 Braci di Neltharion e la possibilità di ottenere e successivamente potenziare gli equipaggiamenti creati con le professioni.

Ottima anche l’introduzione nella Stagione 4 dei mercanti che in cambio di una certa quantità di Lingotto di Bronzo Antico permettono di acquistare l’equipaggiamento desiderato.

Come detto inizialmente il quadro totale è buono, rendendo Dragonflight una delle migliori espansioni in termini di itemizzazione. Restano da risolvere alcuni problemi ciclici e da implementare in maniera definitiva e permanente alcune buone idee.

Peculiarità

Tre sono state le grosse novità portate da Dragonflight all’interno di World of Warcraft, un nuovo sistema degli alberi dei talenti ispirato a quello vecchio in uso fino a Cataclysm e il Volo Draconico (ora Volo Dinamico dopo l’arrivo della pre-patch). E infine la nuova razza/classe del Drachtyr/Evocatore

Il ritorno degli alberi di talenti “ad albero” appunto ha riscosso da subito grande successo seppur con qualche piccolo problema, come rendere talenti alcune abilità considerate da molti giocatori “di base”. Un esempio per tutti le abilità di interruzione degli incantesimi avversari.

Avere molte strade percorribili nel costruire la propria Classe ha reso più divertente la ricerca delle combinazioni più adatte a ogni tipologia di giocatore. Alla fine però, come sempre, si è tornati nel solito paludoso terreno del meta, in cui si copiano set di talenti dei pro player o delle guide online.

L’altra rivoluzione, questa molto grossa, è stato il Volo Draconico. Evoluzione di un sistema di movimento vecchio di 18 anni. Il volo, aggiunto in World of Warcraft nel 2006 con l’uscita dell’espansione The Burning Crusade, rivoluzionò il modo di muoversi nel gioco; lo stesso ha fatto il Volo Draconico aggiunto in Dragonflight.

Lo spostamento in volo è stato reso dinamico, interattivo e divertente portando una ventata di aria fresca in qualcosa che ormai era un banale impostare la direzione, e aspettare X minuti. In aggiunta la personalizzazione delle poche cavalcature utilizzabili con questo sistema ha reso il tutto qualcosa di molto apprezzato; considerando anche che alcune personalizzazioni delle cavalcature possono essere ottenute solo tramite attività specifiche come Spedizioni, Incursioni, Professioni e altro ancora.

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Terza e ultima grande novità di questa espansione è stata la nuova razza draconica dei Dracthyr e la sua, nuova ed esclusiva classe: l’Evocatore. Poter finalmente giocare una razza draconica è stata la realizzazione di un sogno per molti giocatori di World of Warcraft, sebbene non siano mancate le lamentele sulle personalizzazioni al grifo di “Questa è una lucertola con le ali, non un drago”.

Nonostante tutto, la nuova classe si è conquistata un posto nel cuore dei giocatori andando ad aggiungere varietà ulteriore tra le razze e le classi di World of Warcraft.

Varietà che è stata ampliata ulteriormente con la patch 10.1 Braci di Neltharion che ha portato una terza specializzazione per il Drachtyr/Evocatore: Fortificazione. Contrariamente a quanto molti giocatori si aspettavano, non si è trattato della specializzazione da tank ma la prima (e attualmente unica) specializzazione di potenziamento (support/buffer) all’interno del gioco.

La scelta, molto coraggiosa, di provare a cambiare la sacra triade tank-healer-dps non è però stata abbastanza spinta. Di fatto il ruolo della nuova specializzazione resta quello di dps e non ha rivoluzionato nulla, ha solamente reso semi-obbligatorio, almeno al suo rilascio, l’avere in gruppo almeno un Evocatore Fortificazione per beneficiare delle sue abilità di potenziamento.

Questo perché nessun altra classe o specializzazione fa quello che fa l’Evocatore Fortificazione e non sembra nei piani di Blizzard creare o modificare altre classi/specializzazioni con questa particolarità. Conseguentemente la sacra triade resterà invariata, con tutti i benefici e problemi del caso.

End Game

Come da copione le incursioni di Dragonflight hanno riscosso un grande successo, sebbene tre incursioni nell’arco di due anni risultino un po’ poche. Nonostante questo sia per ambientazioni che per meccaniche le tre incursioni di Dragonflight hanno rappresentato un contenuto end game apprezzato.

Discorso leggermente diverso per le Mitiche+, sebbene le spedizioni di Dragonflight ricalchino quanto detto per le incursioni in quanto ad ambientazioni e meccaniche, il vero problema si presenta quando all’interno di una Stagione oltre alle spedizioni dell’espansione in corso si aggiungono spedizioni provenienti da vecchie espansioni.

Come già detto anche per Shadowlands, il riutilizzo di vecchi contenuti è apprezzabile ma inserire spedizioni non pensate e strutturate per essere affrontate in una gara a tempo continua a generare situazioni grottesche. Alle quali si aggiungono le problematiche legate ai bug e ai bilanciamenti delle nuove spedizioni, bug presenti al lancio e risolti solamente alla fine della Stagione 4 dopo oltre due anni e bilanciamenti dei nemici (e delle classi) che arrivano sempre tardi.

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Infine, anche in questo caso come in Shadowlands, la Stagione 4: ormai sinonimo di riciclo, ha riscosso pareri contrastanti sebbene se ne apprezzi sempre il tentativo di rendere appetibile nuovamente dei contenuti passati. Permane quindi l’opinione generale che sia un contenuto ideato dagli sviluppatori solo per prendere tempo e terminare la nuova espansione.

Nota positiva della Stagione 4 di Dragonflight è il riutilizzo non solo delle incursioni e spedizioni ma anche dei vari eventi sparsi per il mondo aperto che son tornati ad essere rilevanti per potersi equipaggiare in vista della nuova espansione.

Altro

In tema di bilanciamenti e durata dei contenuti nel bene e nel male questa espansione rispecchia quello che ormai è lo standard di World of Warcraft: poche patch ma con una lunghezza adeguata, forse leggermente troppo lunga. Tuttavia nel caso di Dragonflight la quantità di contenuti di ogni patch risulta molto maggiore rispetto al passato.

Sul bilanciamento delle classi e specializzazioni purtroppo il focus è sempre quello: sebbene bilanciare quasi 40 specializzazioni (39 per la precisione; NdR) non è un compito facile, il divario tra le prime specializzazioni e le ultime in termini di performance è decisamente troppo elevato. Se si vuole essere sempre in meta bisogna adattarsi a cambiare classe e specializzazione minimo una volta per patch.

Qualcosa che non tutti possono o vogliono fare e la falsa attenuante del meta che cambia ad ogni patch permettendo a tutti di performare è la risposta di chi cerca una via d’uscita da un qualcosa che dovrebbe solo essere affrontato e risolto seriamente una volta per tutte.

Se c’è una cosa che Dragonflight ha fatto in maniera eccelsa è stato raccontare piccole storie. La serie di missioni di Veristrasz sono state il punto più alto del world building. Semplicemente sedersi ed ascoltare la storia del vecchio drago ci ha fatto bene al cuore. Non parliamo di una rivoluzione di gameplay o di qualcosa di eclatante, ma di una piccola perla che ci ha ricordato quanto Blizzard sia brava a creare quando ci mette impegno e cuore.

Altra piccola storia interessante è stata la serie di missioni legate al “razzismo” tra draghi, nella serie di missioni legate alla rivoluzione da parte dei Draconidi che si sentivano discriminati da parte degli stormi. In questo caso, sebbene la serie di missioni fosse interessante abbiamo trovato che date il tema trattato, quello del razzismo, si sarebbe potuto approfondire di più.

L’altra piccola perla è legata ai nuovi cattivi presentati con Dragonflight, nello specifico Iridikron che costringe personaggi e giocatori a ragionare su un qualcosa di nuovo: rivalutare i Titani. Da sempre visti come entità benevole, in questa espansione vengono messi in dubbio. Scoprire che infondevano i draghi con potere titanico perché fossero più inclini ad eseguire gli ordini ha dato una scossa a questa convinzione, oltre a portare a domandarsi come mai tra tutte le linee temporali i Titani vogliano preservare proprio questa.

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Piccole perle di narrazione e caratterizzazione dei personaggi che aiutano l’immersione, fanno percepire Azeroth e le sue razze come qualcosa di vivo e in mutamento. E questo lo si nota anche con la trama principale: Il ritorno degli Aspetti con l’inclusione di un’Incarnazione, la consapevolezza di Sabellian e Irathion di dover fare un passo indietro, insieme, uscendo dall’ombra di Neltharion per il bene dello Stormo Nero, la nuova collaborazione tra i Bronzi e gli Infiniti, la fioritura di Amirdrassil e una nuova casa degli Elfi della Notte.

Piccola nota dolente: non viene quasi data nessuna enfasi al ritorno ufficiale dell’Aspetto Draconico della Terra dopo migliaia di anni. Ebyssian diventa Aspetto della Terra e quasi non ce ne accorgiamo.

Tra le piccole narrazioni e la grande trama Dragonflight emoziona sempre riuscendo anche a presentare nuovi cattivi, come Iridikron e Xal’atath, rendendoli carismatici e facendo domandare al giocatore se in fondo non possano aver ragione loro.

Qualcosa che purtroppo è mancato completamente in Shadowlands, rendendo il Carceriere una marionetta buffa nemmeno degna di essere menzionata nel riassunto generale della storia fatto da Blizzard stessa in previsione di The War Within.

Conclusione

Nonostante alcune criticità, molte delle quali ricorrenti in ogni espansione, Dragonflight è il tentativo riuscito da parte di Blizzard e del team 2 (il team che sviluppa World of Warcraft; NdR) di farsi perdonare un paio di espansioni decisamente non memorabili.

Non solo, Dragonflight è e sarà la nuova base da cui il team e i giocatori partiranno per quella che è una nuova avventura, la World Souls Saga. Una base di partenza più fresca, più al passo con la community e con le sue esigenze; un gioco che nonostante abbia quasi 20 anni riesce ancora a stupire e a rinnovarsi seppur con grande difficoltà in alcune dinamiche.

Non stiamo parlando della miglior espansione di sempre, quel titolo è ancora in mano a Legion, Mists of Pandaria o Wrath of the Lich King a seconda del caso. Tuttavia Dragonflight è complessivamente una buona espansione, si vede che ha un cuore, riesce a trasmettere emozioni e lascerà sicuramente il ricordo di quell’espansione che meritavamo di avere da anni.



Enrico "Xly" Favaro

About Author

Classe 1991, appassionato di RTS e 4x; dopo aver giocato per tanti anni a Starcraft e Warcraft 3 ha avuto la fortuna di giocare alla beta di World of Warcraft e da allora non ha mai smesso di girovagare (a caso) per Azeroth, imparando quanto più possibile sulla sua storia.

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